giovedì 28 gennaio 2016

Inconciliabili?

Il nostro sport ha mille problemi da risolvere, causati da una spiccata tendenza autolesionistica che, a tutti i livelli, l’atletica sembra voler palesare. A livello nazionale (ma la vicenda si ripercuote, ovviamente, anche localmente), il dissidio che maggiormente interessa il podista amatoriale è, senza dubbio, la vicenda legata al mancato rinnovo, da parte della Fidal, delle convenzioni con gli Enti di Promozione Sportiva. Di fatto, fino al 2015, tutti i tesserati per questi ultimi soggetti (tra i quali, la parte del leone era rappresentata da Uisp) potevano accedere alle competizioni organizzate dalla Federazione – e, nello specifico, alle maratone ed alle mezze maratone – anche senza essere tesserati per la Federazione stessa, ma ottenendo le necessarie tutele assicurative tramite singoli accordi bilaterali tra gli enti. La scadenza di queste convenzioni lascia, in tal senso, una piccola voragine normativa che non viene dissolta neanche dall’istituzione della Runcard, ovvero il meccanismo con il quale Fidal ha deciso di superare il vecchio sistema del “tesseramento giornaliero” per gli atleti che volessero partecipare alle gare federali senza essere affiliati a nessun’organizzazione di promozione sportiva. Rimane da risolvere la questione relativa agli atleti che non volessero acquistare la Runcard anche unicamente perché – ad esempio – corrono una sola gara all’anno e, soprattutto, restano in piedi alcune comunicazioni dei dirigenti nazionali dei vari enti coinvolti. Se, da un lato, le alte sfere della Uisp hanno affermato che - stante il fatto che la Federazione intenderebbe perseguire una strada maggiormente professionale - preferirebbero limitarsi alle organizzazioni di tutte le manifestazioni caratterizzate da intenti maggiormente partecipativi (Vivicittà, su tutte) e degli eventi ludico-motori, anche i maggiori esponenti della Fidal hanno contribuito a gettare ulteriore benzina sul fuoco con un comunicato stampa con il quale annunciano l’istituzione del Calendario Federale delle Maratone e Mezzemaratone a partire dal 2017. Ciò significherebbe la conseguente esclusione di tutte le competizioni che non vi verranno inserite, i cui organizzatori sarebbero costretti ad allestire altre distanze – per così dire – meno “affascinanti”: questa decisione sembra difficilmente attuabile, nella realtà, per le probabili proteste di tutti coloro che mettono in piedi gare da quarantadue o ventun chilometri con poche centinaia di partecipanti e che rischiano di veder azzerate le proprie creature. Insomma, attualmente siamo nel bel mezzo del caos, e ne parleremo ancora: siamo sicuri che le esigenze di Fidal e degli Enti di Promozione Sportiva siano così inconciliabili?

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