giovedì 26 maggio 2016

Regole di comportamento podistico

In questi giorni mi è stato comunicato che un concorrente di una gara svoltasi nello scorso weekend avrebbe abbreviato la propria fatica, accorciando la distanza percorsa ed attraversando regolarmente il traguardo con il conseguente inserimento nella classifica finale: non ero presente personalmente all’evento di cui stiamo parlando, ma le voci che mi sono giunte sono molte e concordi. Qualcuno avrebbe anche provato a segnalare al “tagliatore” la poca correttezza del suo atteggiamento, ma il podista in oggetto ha sostenuto che stava svolgendo un allenamento. Ciò non toglie che la presenza di un pettorale imporrebbe una serie di importanti regole di comportamento, anche nelle competizioni locali ove, apparentemente, non c’è un eccessivo agonismo. Sono norme ovvie, che servono per non ingenerare confusione negli organizzatori e per non costringere gli avversari del runner scorretto a denunciare la malefatta con gli strascichi polemici che ne conseguirebbero: in primis, ci si deve togliere il numero di gara quando si decide di ritirarsi e, logicamente, qualora si stia optando, anche “in corso d’opera”, per un allenamento più breve. Pare strano che un atleta, oltretutto non più giovanissimo, possa dimenticarsi questi semplici accorgimenti: d’altronde, abbiamo visto di tutto e di più, nel passato, anche in competizioni molto blasonate e si può tranquillamente affermare che accorciare la distanza di gara non è sicuramente il peccato più grave che un podista possa compiere. Ciò non toglie che, in questa circostanza come in tutti gli altri casi analoghi, sarebbe opportuno un passo indietro da parte dello stesso autore del misfatto.

1 commento:

  1. La "triste vicenda" non merita nessun commento come in effetti è stato

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