mercoledì 9 maggio 2012
Chi defibrilla un podista?
Nelle settimane scorse ha destato grande emozione le morti del calciatore del Livorno Piermario Morosini e, prima ancora, del pallavolista Vigor Bovolenta a causa di attacchi cardiaci che li hanno colpiti in campo: in entrambi i casi, qualsiasi tentativo di rianimazione è stato vano, mentre pare che sarebbe stato essenziale l’intervento del defibrillatore, un’apparecchiatura che, tramite una scarica elettrica, avrebbe potuto riattivare e regolarizzare il battito cardiaco degli sfortunati atleti. Premesso che non ho competenza specifica in materia, mi è spesso capitato di vedere, all’estero, la presenza quasi ossessiva di questi macchinari nei luoghi con notevole transito di persone e, obiettivamente, mi sono sempre chiesto se i defibrillatori siano mai stati utilizzati, chi è in grado di farlo, come si faccia e, soprattutto, se sono perfettamente funzionanti. Onestamente va detto che mi sono fidato dell’efficienza delle nazioni che mi ospitavano e, altrettanto sinceramente, ho immediatamente fatto un paragone con l’Italia e con l’approssimazione che contraddistingue il nostro paese, concludendo che un investimento in defibrillatori, da parte delle nostre municipalità, sarebbe una spesa inutile. Ora molti benpensanti, sull’onda dell’emotività dei fatti di attualità appena accaduti, reclamano la presenza obbligatoria di un defibrillatore negli stadi e nei palazzetti, citandone il basso prezzo e l’alta utilità: il mio primo sentimento è stato rivolto al nostro sport ed alle sue peculiarità… in caso di necessità come si può salvare un podista (ma anche un ciclista, un triatleta, uno sciatore o un nuotatore di fondo)? E’ ovviamente impensabile chiedere di avere soccorso durante una maratona, se non ai checkpoints prefissati od al traguardo, ma chi ti salva se ti senti male, ad esempio, al trentatreesimo chilometro? Per non parlare, poi, di eventi imprevedibili a priori: qualche giorno fa, durante la “Ciamptada dei Surrogati”, mi è capitato di superare un amico runner in evidente (e, fortunatamente, momentanea) difficoltà respiratoria a causa di un attacco allergico… ho bofonchiato due parole per chiedere se aveva bisogno di aiuto, ma non avrei avuto grandi mezzi in caso di risposta affermativa! Siccome su queste cose non ci si scherza, ne ho parlato con molti colleghi di fatiche atletiche e ne abbiamo concluso, ignorantemente, che un motto di una vecchia pubblicità che ricordava che “prevenire è meglio che curare” vale più di mille chiacchiere. Non voglio mettere in dubbio la professionalità dei medici sportivi, ma non sarebbe opportuno chiederci, quando facciamo la visita abilitante, se (ad esempio) abbiamo avuto casi di infarto in famiglia per poi strapazzarci maggiormente con il cicloergometro nel caso in cui potremmo essere maggiormente predisposti a problemi di questo tipo? Non per altro, ma è difficilissimo per un podista che venga colto da infarto arrivare, a piedi ed in tempo utile, al primo defibrillatore funzionante!!!
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Prima ogni 2 ora ,con l'eta che avanza,ogni anno oltre la visita di prassi per il certificato,Mi faccio fare una visita con ecocardiogramma.Questo non mi esenta e non mi da garanzie per eventuali problemi,però penso sia una cosa giusta da fare.
RispondiEliminaVittozava
Come salvare un podista od un passante?Si allerta il 118 che provvedera' ad inviare assistenza con defibrillatore, in attesa si pratica massaggio cardiaco.
RispondiEliminaIn molte nazione sin dalla scuola viene insegnato e le comunita' organizzano esercitazioni di richiamo col risultato che quasi tutti i cittadini lo sanno fare.
In Italia invece tali corsi sono organizzati da associazioni quali Croce Rossa ,Pubbliche Assistenze Etc Etc...
Aggiungo che un ECG con prova da sforzo all'anno puo' andare bene con l'avvertenza di consultare il proprio medico se c'è qualcosa che non va,dolorini sospetti da non sottovalutare .Secondo me non si deve inoltre esagerare con gli allenamenti e la competizione . Inoltreallenarsi alla Maggiolina o simili non fa certo bene a polmoni,cuore ed articolazioni.In altre nazioni e in molte citta' italiane ci si allena nel verde.A La Spezia NO!!!!
Claudio Calabresi