mercoledì 7 maggio 2014

Due passi e quattro frecce

Nei giorni scorsi, un articolo di giornale – corredato da una fotografia - riferiva la lagnanza della consigliera comunale di Portovenere Giovanna Angelina, che criticava le frecce disegnate per terra, indispensabili per lo svolgimento della marcia “Doi passi a Ria”. Dieci righe che si concludevano con una lapidaria sollecitazione per i responsabili, che avrebbero dovuto ripulire “quanto prima” (cito le parole testuali) il tracciato di gara. Ringraziando la signora Angelina per l’intervento che ne dimostra l’infinita saggezza e l’enorme attenzione per la cura dei borghi ove dimora, le segnalo che approvo appieno la sua protesta. E’ inutile segnalare l’opera demolitoria degli organizzatori di gare podistiche: si tratta di veri delinquenti che deturpano le immacolate pavimentazioni delle nostre città, oltretutto portandovi orde di temibili devastatori che completano l’opera abbandonando bicchieri di plastica, residui di cibo, bevande ed ettolitri di sudore. Il tutto vanifica gli sforzi degli amministratori pubblici, che devono provvedere a risistemare l’intero paese, spendendo le poche risorse a propria disposizione per ripristinare la situazione previgente. Non si capisce come sia possibile allestire simili manifestazioni senza prevedere rigide sanzioni (arrivando, in casi estremi, a vietare lo svolgimento delle competizioni) per tutti coloro che si rendano responsabili delle malefatte ad esse inevitabilmente connesse: personalmente, se fossi la signora Angelina, mi farei promotore di un appello alle più alte istituzioni dello Stato perché agiscano in tal senso… P.S.: Signora Angelina, non c’era bisogno del suo intervento per constatare come la passione per il podismo non conosce confini tra i politici ed i benpensanti della nostra città: le segnalo fin da ora che sono disponibile ad aiutare i responsabili del misfatto nel caso in cui la sua protesta vada a buon fine. Le preannuncio che il prossimo 8 giugno si svolgerà la prima edizione del Triathlon di Portovenere: si chiuda in casa, che è meglio…

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