sabato 13 febbraio 2016

Quel “pasticciaccio brutto” delle convenzioni Fidal

La storia infinita causata dal mancato rinnovo delle convenzioni tra Fidal ed Enti di Promozione Sportiva si arricchisce di nuovi capitoli, ingenerati anche dalla confusione creata da comunicati stampa discordanti e situazioni grottesche. Nello scorso fine settimana, si è assistito addirittura al caso paradossale di una gara, organizzata dall’Endas in provincia di Perugia, alla quale la Federazione ha invitato, in un primo tempo, i propri affiliati a non partecipare, salvo poi effettuare una clamorosa retromarcia quando gli organizzatori hanno trovato un accordo anche con Aics, che ha già rinnovato la propria convenzione con Fidal. Anche gli accordi tra Federazione ed Uisp sono continuamente in evoluzione ed, in tal senso, entrambe gli enti ci hanno informato in merito ad una proroga provvisoria dei patti in vigore, benché i rispettivi comunicati contengano due scadenze discordanti. In questo caso, inoltre, c’è da risolvere una questione spinosa, poiché il rinnovo della convenzione prevederebbe l’affiliazione alla Fidal degli attuali soci Uisp attraverso il pagamento di una tariffa agevolata e, pertanto, si porrebbe il problema di tutelare economicamente tutti quegli atleti che, nel frattempo, abbiano rinnovato il proprio tesseramento federale, attraverso l’acquisto di una Runcard o tramite un gruppo sportivo. Comunque, anche se il quadro che si delineerà non è ancora ben definito, mi sembra di poter affermare che qualcuno si stia accorgendo che questo “pasticciaccio brutto” delle convenzioni deve finire, soprattutto perché danneggia atleti ed organizzatori. Questi ultimi, infatti, senza un accordo tra Fidal e Enti di Promozione Sportiva, rischierebbero di violare il Codice della Strada e, pertanto, di incorrere in pesanti sanzioni amministrative, qualora iscrivessero alle proprie competizioni anche un solo atleta non tesserato alla Federazione stessa. E, peraltro, i dirigenti federali non possono pensare di estromettere completamente dal mondo dell’atletica competitiva quella larga fetta di runners amatoriali, alcuni dei quali sono di altissimo livello, che decidano di non tesserarsi per Fidal, qualsiasi ne sia la motivazione: attualmente, il nostro sport non se lo può permettere. Per questa ragione, ne parleremo nuovamente tra qualche settimana.

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