lunedì 11 marzo 2013

In marcia con papà

L’appuntamento era fissato da tempo: anche se mio figlio Alessio non è un ragazzino tendenzialmente propenso ad intraprendere il nostro sport, la mamma aveva dato il via libera. Ed era financo troppo semplice decidere di portarlo alla prima gara del Corrilunigiana, il “Trofeo degli Arcigni”, iscrivendolo alla competizione riservata ai bambini. Poi la frana ed il conseguente annullamento della manifestazione ci ha costretto ad optare per la “20^ Marcia della Mimosa” che doveva rappresentare il suo debutto nel mondo del running agonistico locale: Alessio si era infatti già cimentato con la “Corsa di Geronimo Stilton” che, a Lucca, fa da contorno alla Maratona, rimanendo discretamente entusiasta nonostante il meteo infausto, ed aveva corso qualche chilometro durante la UltraSMArathon di beneficenza. Però ieri si trattava di una gara con la partenza contemporanea agli adulti, che forse era resa ancora più divertente dal fatto di correre con papà: escludendo infatti di coinvolgere anche mamma e sorellina, non mi rimanevano alternative che stargli a fianco. E così, sveglia alle sette, non senza qualche protesta di troppo, colazione abbondante e via in macchina verso Lerici. Lì arriva la prima domanda inquietante: “Papà, quanti chilometri sono?”. Gli ho mentito a metà: “Sette, ma forse è un po’ più corta. Dai, su: non fare storie che si parte!”. Ovvia partenza a bomba con sfiancamento dopo seicento metri: “Quanti chilometri abbiamo fatto?”. “Mah, almeno due… ora però la strada sale, si fa qualche metro camminando?”. Nessuna risposta, si procede al passo per un po’, poi arriva la mia domanda di rito: “Sei stanco, si torna indietro?”. “No, adesso riprendo a correre per cento metri”. E procediamo così, correndo e camminando, scattando qualche foto, con perenni menzogne sulla distanza percorsa e sul fatto che “sì, tranquillo, c’è ancora qualcuno dietro…”. Al bivio che segnala la possibilità di percorrere la marcia lunga da dieci chilometri, invece che il percorso breve da otto, faccio lo sfrontato: “Si fa un paio di chilometri in più?”. La replica non è pubblicabile, si scende lungo il tracciato corto, si ritorna sul lungomare, inizia a grandinare ma Alessio non si perde d’animo: ci rifugiamo sotto una pensilina dell’autobus tra gente che mi guarda indecisa se chiamare il Telefono Azzurro o direttamente la neuro, ma dopo qualche minuto si riparte e si arriva! Un’ora e venti minuti per otto chilometri, ma forse è un po’ più lunga: “Ti sei divertito?”. “No!”. Poi arrivano i premi (… un ringraziamento ai ragazzi del Golfo dei Poeti…) ed il viaggio di ritorno. “Papà, ma tu corri tutte le settimane?”. “Beh, sì, domenica prossima si va a Marinella: se c’è la gara dei bimbi, vieni?”. “Se è meno di tre chilometri, sì…”. “Okay, vediamo…”.

1 commento: