martedì 23 aprile 2013

Sport individuale o sport di squadra?

Venerdì scorso ricevo una telefonata inaspettata: “Davide, ti volevo dire che domenica prossima correrò con te!”. La voce era di Paolo, che è notoriamente più veloce di me, ma che evidentemente aveva intenzione di farmi compagnia durante la Stracarrara. Lo informo immediatamente che non riuscirò ad andare ad una velocità inferiore ai quattro minuti al chilometro, ma la risposta è netta ed inequivocabile: “Va benissimo!”. In realtà, gli amici sulla linea di partenza davanti allo Stadio dei Marmi non mi mancherebbero: c’è tutto il gruppetto che corre a quell’andatura, però oggettivamente la presenza di Paolo è assai rassicurante perché so che non mi abbandonerà, neppure se lo spronerò a farlo. Al via, partiamo ad un ritmo scoppiettante per chiarire immediatamente che oggi non si scherza. Superiamo l’ottimo Claudio Cevasco, Stefano Taddeo e Fabrizio Di Lallo, veniamo affiancati da Luca Gritti e da Federico Molineri e capiamo subito che stiamo andando troppo veloci. Piccolo rallentamento: Luca va via e Molineri resta con noi, ci raggiungono Federico Faggioni e Angelo Salvetti, che hanno iniziato più blandamente e sono in progressione, ma decidono di affiancarsi a noi per qualche centinaio di metri. A questo punto, la regia di Paolo diventa fondamentale, ma fuoriescono anche le singole personalità. Il buon Faggioni rimarrebbe in nostra compagnia, ma è nettamente più veloce di noi e viene invitato ad accelerare: giustamente non si fa pregare, allunga e chiuderà sotto i quaranta minuti, lasciandomi il rimpianto di non averlo citato tra i migliori corridori in gara nell’ultimo Vivicittà. E’ un individualista, come pure l’altro Federico del nostro gruppetto, che però si comporterà in modo diametralmente opposto, cercando di rimanere un paio di metri davanti a noi, per poi finire risucchiato nel finale. A me, la compagnia non dispiace, perché Paolo mi sprona continuamente ed Angelo mi fa da metronomo, permettendomi di chiudere appena sotto i quarantuno minuti, relativamente in media con il progetto iniziale. Sono abbastanza soddisfatto, anche se mi permane un dubbio che cercherò di risolvere al prossimo “diecimila”: è stato un risultato ottenuto grazie ai miei compagni di squadra o l’ho fatto con le mie gambe?

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