mercoledì 30 ottobre 2013

Ho fatto tredici!

E’ andata: domenica scorsa ho concluso la tredicesima maratona della mia carriera podistica. Il teatro dei miei sforzi è stato, per la quarta volta nella mia vita, la città di Lucca: ormai mi sono affezionato a questa trasferta, soprattutto per i pochi chilometri di viaggio e per l’organizzazione, onestamente impeccabile. Come è successo già nel 2012, nelle prossime righe vi propinerò la cronaca semiseria della mia giornata, che comincia alle…
Ore 4 (solari): sveglia, anticipatissima. L’orologio aveva l’allarme puntato alle 5.50 per smuovere i miei figli al solito orario (si intende, legale) in cui li molesto per portarli a scuola. Ma il mio sonno finisce prima, come di consueto. Incomincio a rigirarmi nel letto, temendo di arrivare in ritardo. Non mi addormenterò più.
Ore 5.35: mi alzo e mi preparo la colazione: da qui inizia la serie di meticolose procedure, approfonditamente studiate in anticipo al fine di potermi mettere in viaggio alle 7 puntuali. Nonostante il quarto d’ora d’anticipo, si partirà alle 7.02.
Ore 7.45: mura di Lucca. Mancano settantacinque minuti alla partenza ed ho già parcheggiato. Ormai è certo, sono in anticipo! Papà maratoneta, mamma al seguito e figli semistorditi dalla stanchezza si dirigono in zona ritiro pettorali, dove i bambini si iscriveranno alla “Corsa di Geronimo Stilton”, il simpatico appuntamento che permetterà loro di prendere confidenza con quell’universo di follia in cui sono appena stati coinvolti.
Ore 8.30: ci separiamo. Le mie ultime parole sono: “Ci vediamo alle 12.20, salvo inconvenienti!” Sarò buon profeta.
Ore 8.59.40: Graziano Poli inizia il countdown. Da “meno venti”. E’ stato uno speaker perfetto fino ad ora, ma sarà costretto ad accelerare nei prossimi secondi, di fronte ad una folla di maratoneti scalpitanti: “Cinque-quattro-treduunvia!”
Ore 9.20: il primo amico, l’immancabile Giorgio “Strafossone” Malacarni, mi saluta al termine del giro delle mura. Sono ancora integro, ma durerà poco.
Ore 9.40: la prima difficoltà: avrei bisogno di far pipì, controllo il cronometro e, essendo in anticipo di qualche secondo sulla mia tabella di marcia, provo a fermarmi senza riuscire nell’intento. Risolverò un’ora dopo, ma probabilmente sarà troppo tardi perché, nel mentre, correrò in maniera contratta.
Ore 10.15: ad un incrocio, incontro un nostro concittadino che, a mia insaputa, lavora evidentemente in zona. Lo saluto e mi contraccambia: sono ancora riconoscibile! Per un po’ penserò di aver avuto un miraggio, ma al traguardo il buon Gian Luigi Lorgna, anche lui finisher di questa maratona, mi confermerà l’avvistamento.
Ore 10.50: incomincio a sentire la sofferenza. Al rifornimento del venticinquesimo chilometro agguanto spicchi di arancia e limone e, subito dopo, incontro il mio amico Massimo che, da Altopascio, è venuto a tifare per me: quando ci sentiremo nel dopo gara, mi confesserà che mi ha visto in chiara crisi.
Ore 11.25: vengo superato dai pacemakers delle tre ore e quindici minuti: faccio per affiancarmi ma resisterò cento-centocinquanta metri. Si passa attraverso una strettoia che costeggia alcune case da cui proviene il classico odore del brodo domenicale. Lo sentirò anche in seguito, ma il bollito sarò io!
Ore 11.52: supero il cartello del trentaseiesimo chilometro, scendo nel sottopassaggio che conduce nuovamente in città e qui le luci si spengono definitivamente. Rimane attiva la sola lampada d’emergenza che mi condurrà, a quasi sei minuti al chilometro, in piazza San Michele.
Ore 12.00: all’ultimo spugnaggio, un addetto mi informa che “manca un chilometro”. Qualcuno ha commenti?
Ore 12.27: il traguardo. Quasi otto minuti oltre il tempo prefissato, lo speaker chiama il mio nome: per mio figlio sono un eroe anche se sono arrivato centocinquantesimo. Queste sono soddisfazioni! Poco importa che il risultato cronometrico sia il peggiore dei miei ultimi otto anni di carriera, i bimbi sono contenti! Mia figlia mi annuncia che, nel 2014, porteremo anche i cuginetti: d’ora in poi, cercherò di spiegarle il concetto di “vietato ai minori”…
Ore 12.40: un enorme cartonato annuncia la prima edizione della mezza maratona di Lucca, in programma il 4 maggio 2014. E così, gli odiati vicini toscani avranno la mezza e la maratona e noi, niente! Ripeto: qualcuno ha commenti?
Ore 12.45: Incomincia la trafila del post-gara: nausea, crampi, dolori ai piedi, mal di testa e, soprattutto, un pensiero ricorrente in testa: “Mai più!” Secondo voi, come andrà a finire?!?!?

4 commenti:

  1. Secondo me stai già pensando alla prossima... altro che mai più!!!! Complimenti davide!
    Supermario

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  2. condivido con mario saluti e complimenti Alessandro beani

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  3. bella cronaca semiseria... un cavolo.....questo dovrebbe essere un sito dove si parla di atletica..e non....fare riferimento alla possbilità o meno in maratona di fare pipi....e comunque un vero atleta ...stringe i denti e qualcos'altro....e se la fa addosso.......ma non si ferma.

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  4. Senza entrare troppo nei dettagli, non sono riuscito a fare pipì non perchè non ne avevo la possibilità, ma perchè - nonostante lo stimolo - non riuscivo fisicamente a farla... poi, finalmente, sono riuscito a sbloccarmi ed evito di dire se l'ho fatta in un cespuglio, a bordo strada o quant'altro. Non mi pare un argomento così importante: voleva solo essere un monito per i miei colleghi - che non sono atleti veri -: se avete un dubbio prima del via, fatela anche se non vi scappa!!!!!!

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