martedì 12 luglio 2016

In bocca al lupo, ragazzi!

Una serie di gravi incidenti ha funestato l’edizione 2016 della SkyRace delle Alpi Apuane, che già negli anni scorsi era stato teatro di una caduta mortale e di diverse altre disgrazie. Un atleta di appena trent’anni è stato colto da collasso durante la gara, mentre un altro runner cinquantenne è stato protagonista di un capitombolo conclusosi con traumi facciali ed agli arti superiori. Purtroppo una sorte peggiore è occorsa a Marco Baldini, che stava svolgendo un’attività di servizio ai suoi compagni di squadra appartenenti al Gruppo Podistico Parco Alpi Apuane ed agli altri concorrenti, precorrendo il tracciato di gara in ultima posizione per controllare che nessuno rimanesse attardato od avesse altri problemi. Un compito delicato che, in questo caso, veniva assolto da un ottimo maratoneta, con un record personale di poco superiore alle due ore e sedici minuti e che, probabilmente, è stato tradito proprio da questa circostanza, oltre che dalle condizioni del pendio su cui stava transitando. Dopo un volo di oltre cento metri, Baldini è stato soccorso da un elicottero giunto appositamente da Firenze che, dopo aver valutato le gravi condizioni cliniche, lo ha trasportato all’ospedale Cisanello di Pisa, ove l’atleta emiliano, da anni residente in Garfagnana, è stato ricoverato in codice rosso e prognosi riservata. Come al solito, in queste circostanze, si apre immediatamente la polemica tra chi sostiene che le Skyraces sono gare eccessivamente pericolose e coloro che, in senso opposto, sostengono la tesi per la quale gli atleti che corrono questo tipo di competizioni, opportunamente preparati, non corrono alcun tipo di rischio. Per quanto mi riguarda, non entro nella diatriba e preferisco unirmi alle poche parole diramate dalla famiglia di Marco: indipendentemente dal fatto che questo tipo di incidenti possono sempre accadere in montagna, “speriamo davvero che tutto si risolva per il meglio”.

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