martedì 12 gennaio 2010

Trasversale... a chi?

Tapascione oppure resistente, veloce, lento sono alcuni dei più diffusi aggettivi che si usano per definire qualcuno che corre... in un modo o nell'altro. Domenica scorsa, invece, mi sono sentito dire che sono "trasversale". Che, applicato al mondo del podismo, è un aggettivo quantomeno originale. Non che sia un'offesa, anzi. Soprattutto dopo aver sentito le spiegazioni di Christian, colui che lo ha coniato. Il quale dice: "Dopo aver corso con te qualche volta nell'ultimo periodo mi sono reso conto che conosci tutti quelli che corrono e pur facendo parte dell'Arci Favaro è raro vederti correre con qualcuno della tua squadra. Ogni volta che fai un'uscita ho notato che corri sempre con persone diverse, ognuna delle quali ha un proprio ritmo, una diversa filosofia di corsa: chi vuole correre solo in salita, chi vuole fare sentieri sterrati, chi vuole rimanere "sul mare", ecc. Non è proprio facile e non è cosa da tutti riunire persone con esigenze e "passo" così diversi l'uno dall'altro". Beh, caro Christian, non è proprio così: se, podisticamente parlando, mi avessi conosciuto quando seguo tabelle e programmi ti saresti reso conto del contrario. In effetti però in questo periodo di "convalescenza" riesco a riunire tanta gente e mi adeguo a tutti. L'importante che in ogni uscita riesca a ritagliarmi qualche minuto "allenante".

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