giovedì 22 aprile 2010

L'ultima fatica di Angelo Salvetti

Missione compiuta. Nonostante le previsioni non favorevoli per un infortunio avvenuto una ventina di giorni prima della partenza, il podista castelnovese Angelo Bruno Salvetti, alfiere dell’Atletica Favaro, conclude stoicamente la Marathon des Sables di 250 chilometri in autosufficienza alimentare, nel deserto del Marocco, piazzandosi 276° assoluto su 1095 partenti. «Una gara di estrema durezza — racconta — in sei tappe, comprendente due maratone, una tappa da 82 km, una da 29, una da 35,5 e l’ultima da 23, in un paesaggio vario dalle dune sabbiose, alle montagne, ai prosciugati laghi salati e alle oasi». L'ultramaratoneta spezzino, non in completa forma per la rottura di due menischi e con circa un mese di allenamento in meno, vuole fortemente portare a termine la sua gara, pur sapendo di non poter pretendere un grosso risultato. Salvetti, comunque, è stato l’unico ligure a terminare la corsa (il savonese Trincheri 6° alla MDS 2009 e l’imperiese Mattone, si ritirano alla 3a tappa). «I 42 gradi di temperatura mettono alla prova tutti i concorrenti e le salite sono veramente dure. La scalata allo Jebel el Otfal (480 metri di dislivello in circa 500 metri di percorso) è devastante, non da meno la tappa n. 4 di 82 km, con due laghi salati sotto un sole accecante talmente perpendicolare da far sparire le ombre. Infine l’ultima di 23 km che ci conduce al Grande Erg facendoci attraversare le grandi dune del Merzouga». «Questa tappa — conclude Salvetti — si rivela per me la più faticosa perché il ginocchio non regge più e sono costretto ad appoggiarmi a un bastone per poter continuare. La gioia di arrivare dopo 40 ore è immensa, quasi da farmi dimenticare tutte le fatiche. A fine mese dovrò operarmi ai menischi della gamba destra, spero che nel giro di un paio di mesi possa ritornare ad allenarmi e a pensare ad un’altra avventura».

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