sabato 3 marzo 2012

La differenza tra me e te

Da qualche tempo ho un problema che mi si presenta periodicamente e che è indirettamente collegato alla corsa. Avendo un figlio maschio di quasi sette anni e dovendo necessariamente rapportarmi con i genitori che hanno altri bambini della solita età, capita abbastanza frequentemente di confrontarsi con la questione riguardante le attività extrascolastiche dei nostri piccoli terremoti. Eh, sì: perchè, a questi delinquenti non basta stancarsi tra i banchi, ma devono pure riempire il pomeriggio dedicandosi a sfogarsi in altra maniera. Ed ecco che si presenta il dilemma: assecondare i desideri di tuo figlio o cercare di fargli conoscere i tuoi hobbies preferiti? In linea di massima, è sempre meglio seguire la prima opzione, ma non è così facile lasciare che i tuoi desideri non abbiano il proprio peso. Mio figlio prende lezioni di pianoforte, gli piace, riconosco anch'io che è molto bravo per la sua giovane età, ma vuoi non fargli fare un po' di sport? A questi punti, il dilemma diventa tragedia: quasi tutti i suoi amici stanno iniziando a sgambettare sui campi di calcio. Un disastro per chi, come me, ha sempre praticato l'arte del pallone come diversivo rispetto ad altri sport individuali, ovviamente con scarsissimi risultati. Dopo qualche mese di impasse, perchè onestamente non me la sono sentita di dirgli subito di no, avevo cominciato a prendere seriamente in considerazione l'idea di consentire anche a lui di giocare a calcio. Poi ieri mi imbatto nelle sanzioni disciplinari del torneo degli juniores provinciali: due calciatori in età puberale sono stati squalificati "per aver reagito alle provocazioni di un giocatore avversario colpendolo con calci, pugni e schiaffi". Ora, uno si aspetta una punizione esemplare per un simile comportamento, tanto più che siamo al limite del codice penale. Cinque giornate: ad aprile possono tornare a menare chi vogliono!!! Manco a farsi venire il dubbio che qualcuno possa aver sbagliato a trascrivere le motivazioni della squalifica, perchè poche righe sotto veniva menzionato il caso di un altro "sportivo" che, per aver "colpito alle spalle un avversario con un violento pugno alla testa", era stato squalificato per tre giornate. No, per me lo sport è un'altra cosa: è rispetto della competizione, dell'avversario, dei giudizi arbitrali, e se uno sportivo che non segue queste regole non viene fermato per lungo tempo c'è qualcosa che non va. E' questa la differenza tra me, atleta, e te, uomo del mondo del calcio. Credo che, almeno per quest'anno, mio figlio ben difficilmente giocherà a pallone...

2 commenti:

  1. Giusto Davide!
    Concordo in pieno!
    Lo sport deve migliorarci non peggiorarci.
    Grande!

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  2. Condivido in pieno quello che hai scritto...e mi fa molto piacere sentire queste parole da un atleta che, dall'età, potrebbe essere tranquillamente mio figlio. Evidentemente il mio
    pensiero non è poi così vecchio come temevo......

    Piero Tedesco

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