mercoledì 11 aprile 2012

Il calcio: scuola di vita?


Mi sentirete spesso parlare criticamente di calcio, uno sport che ho provato a praticare a livello amatoriale e che mi ha deluso per molte ragioni. Tra queste, non mancherò di far notare tutte quelle volte in cui le cronache pedatorie, soprattutto quelle locali, si collegano strettamente alla maleducazione. La foto che vedete sul lato sinistro di questo post è un ritaglio di uno dei piccoli calciatori del Magra Azzurri, immortalati e pubblicati da “La Nazione” lo scorso sabato 7 aprile. In teoria, l’articolo doveva essere un premio per i baby sportivi, visto il successo conseguito contro i pari età dello Spezia. E sicuramente, ritrae la squadra in un momento di grande gioia ed euforia, oltretutto confermato dal fatto che i ragazzini indossano la maglia dell’Inter e che quasi tutti sfoggiano un atteggiamento da “maledetti” che va tanto di moda tra i maschietti della loro età (ho un figlio di sei anni… provate a metterlo in posa per fare una foto!). Il piccolo calciatore che vedete a lato s’è fatto ritrarre con la solita espressione di superbia degli amichetti ma ha aggiunto un dettaglio tutto suo: pugni chiusi e dita medie alzate nel più classico dei gesti disdicevoli. Tralasciamo le colpe del fotografo, di chi ha pubblicato l’immagine e dell’addetto stampa del Magra Azzurri, ma una piccola lezioncina al ragazzino non farebbe poi così male: se qualcuno conoscesse Jacopo Foschi, l’allenatore della squadra in oggetto, o se lui stesso leggesse queste righe, non sarebbe il caso di far sedere in panchina il bambino in questione per il prossimo match?

2 commenti:

  1. Provo un immenso piacere quanto sento parlare di educazione da padri di famiglia di età intorno ai quarant'anni....Vuol dire che non è stato ancora gettato via tutto e forse qualcosa si può ancora fare per il futuro dei nostri, scusate, dei vostri figli.
    Oltre a far sedere in panchina il bambino in questione, cercherei di sensibilizzare il di lui padre per ricordargli che l'educazione non è solo una parola ''arcaica'', ''vetusta'' ed ''obsoleta'', ma dovrebbe essere pane di tutti i giorni.
    Purtroppo la colpa di questo degrado educativo va attribuita a quelli della mia generazione i quali non hanno saputo (o voluto???????) trasmettere ai loro figli quei ''valori'' che una volta la famiglia, con orgoglio, sapeva trasmettere.
    Bene comunque che sia proprio un giovane padre a segnalare questo gesto disdicevole!!! E', ripeto, un motivo di speranza per il futuro.

    Piero Tedesco

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