domenica 21 marzo 2010

La parola a Ribolini

Come abbiamo fatto in altre occasioni mettiamo in risalto il commento di Alessandro Ribolini, dirigente Uisp. Si può essere d'accordo o meno, ma sicuramente non si può essere indifferenti.
Carissimo Riccardo, carissimi tutti, ho seguito "da lontano" la discussione che si è sviluppata in questi giorni sul tuo forum. Ho scritto "da lontano" perchè penso che sia giusto così, per chi, come il sottoscritto, in questa vicenda ha un ruolo alla pari dei dirigenti della Uisp. Credimi, non è nè voler essere snob, nè fuggire da confronti, critiche o altro. E ti assicuro che ho apprezzato davvero molto il fatto che sulla decisione di non organizzare Vivicittà ci siano state così tante reazioni, molte delle quali utili e costruttive. Però, come spesso accade, le cose sono più complesse di quello che appaiono e a volte dare giudizi sul "sentito dire" può essere rischioso. Prendo solo, ad esempio, l'ultimo post, quello che parla della disponibilità di Camst. E' vero che abbiamo avuto un contatto (telefonico e per interposta persona) nei giorni scorsi, registrando questa disponibilità (seppur non quantificata); non abbiamo però potuto accogliere la proposta, per il semplice fatto che i comitati territoriali Uisp devono confermare la disponibilità ad organizzare le tappe locali di Vivicittà alcuni mesi prima della data della gara. E oramai ciò è impossibile (come sarebbe impossibile riuscire a fare in venti giorni tutto ciò che richiede normalmente mesi di lavoro). Non avremo manifesti, nastri, magliette, coperture assicurative, autorizzazioni Fidal, giudici, premi, ecc. ecc. Voglio solo dire che, da questa vicenda, ognuno si porta a casa le sue impressioni e le sue idee. Ed è giusto così. Anche se alcune non si condividono, se non ci piacciono, anche se ci riguardano, ma sono convinto che questo sia un modo di crescere. Sono consapevole che la Uisp e il suo gruppo dirigente ha la sua parte di responsabilità, io per primo, visto che della manifestazione sono stato per tanti anni il responsabile principale. Lo abbiamo anche scritto. E affronteremo il problema, al nostro interno, come abbiamo sempre fatto. La questione vera però, permettimi, è che Vivicittà deve tornare ad essere qualcosa di diverso, di unico, qualcosa che purtroppo in questi ultimi anni aveva fatto fatica ad essere. Possiamo discutere delle responsabilità senza problemi, però forse sarebbe più utile discutere di cosa dobbiamo fare, da oggi, affinché questo obiettivo si riesca a raggiungere già nel 2011. Lancio allora una provocazione: all'interno dei vincoli "nazionali" che la caratterizzano, Vivicittà può diventare un evento organizzato direttamente dai cittadini, dagli sportivi, dagli appassionati, da tutti coloro che (anche molti dei tuoi lettori/scrittori) vogliono dire e fare qualcosa? Possiamo da subito creare un gruppo di lavoro aperto a tutti, che elabori proposte, porti esperienze ed idee, contribuisca a raggiungere quell'obiettivo di prima? Possiamo fare di Vivicittà un laboratorio di politica sportiva partecipata, un osservatorio che funzioni 365 giorni all'anno e che, con il pretesto dei 12 km da correre, ricominci a leggere questa città con gli occhi dello sport di cittadinanza? Io ci credo. A tal punto da essere decisamente a favore, quest'anno, della nostra decisione di non organizzare la gara. Credimi, a tutti noi dispiace moltissimo; sarebbe stata la mia 17^ vivicittà da "organizzatore", puoi capire il mio dispiacere. Ma se, come credo, ciò può servire al futuro della Vivicittà e non solo, era giusto andare in questa direzione. Vorrei sapere cosa ne pensate e se possiamo davvero fare quei 12 km insieme, il prossimo anno. Grazie mille per l'ospitalità.
Alessandro Ribolini
Dirigente UISP

1 commento:

  1. Caro Riccardo,


    Leggendo la risposta che ti ha dato Ribolini vorrei precisare alcune cose, che il mio intervento attraverso la persona di Roberto aveva solo l'intento di superare il problema in quanto sulla stampa era evidenziato chiaramente che il (unico?) motivo per cui non si faceva il Vivicittà era dovuto alla perdita dello sponsor Carispe (solo parzialmente), e che la mia azienda era disponibile a subentrare come sponsor al posto della Carispe, permettendo a La Spezia di rimanere protagonista di un evento nazionale e soddisfando gli appassionati di podismo di poter partecipare alla manifestazione nella propria città.
    Vedi Riccardo, come potevo contattare una persona che non conosco se non attraverso chi lo conosce? e Roberto amante di questo sport e nostro presidente mi sembrava la persona giusta per comunicare la nostra disponibilità a contribuire all'evento per € 2.000, la risposta che mi è stata comunicata è che ormai era troppo tardi, ho chiesto per la seconda volta a Roberto di farmi chiamare, sto ancora aspettando.
    Comunque se ci fossero dei ripensamenti la nostra disponibilità rimane,

    Ciao Mauro Vergassola

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